La diplomazia di Giorgia Meloni

Si è fatta la storia. Così titolavano i quotidiani nazionali l’indomani della formazione del Governo Meloni, il primo nella storia della Repubblica Italiana guidato da un Presidente di sesso femminile.

Ma come siamo arrivati a questo straordinario e, fino a pochi anni fa, sorprendente risultato? Il tutto partì nel lontano 2013, quando una giovane Giorgia Meloni si staccò dal Popolo delle Libertà (fusione tra Forza Italia e l’allora Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini) per creare un nuovo partito di destra, Fratelli d’Italia, sulle ceneri di un partito nazionalista, AN, che si era “diplomatizzato” con Berlusconi al Governo.

Nel corso degli anni a seguire, l’Italia era in preda al susseguirsi di Governi non eletti: Monti prima, Letta, Renzi e Gentiloni poi. La politica del nuovo partito di Giorgia Meloni fu quella di scagliarsi contro le politiche di immigrazione e filo-europee tanto care alla sinistra, sulla scia di un emergente Matteo Salvini che, nel frattempo, era divenuto il segretario della Lega Nord. Molte critiche furono lanciate proprio ai Presidenti del Consiglio che, senza passare dalle elezioni, erano stati nominati grazie ad accordi politici tra i vari partiti, definiti “inciuci” da Giorgia Meloni.

Nei primi anni la Meloni rimase in ombra rispetto al suo alleato/rivale e vide i propri consensi rimanere intorno al 3-4%, mentre il segretario leghista superava la doppia cifra nei sondaggi. Fratelli d’Italia veniva infatti visto come una copia della Lega e, pertanto, gli veniva preferito proprio il partito di Salvini.

La situazione cambiò in seguito alle elezioni politiche del 2018, in cui il boom del Movimento 5 Stelle e la crescita fino al 17% della Lega di Salvini portarono alla formazione del Governo Conte I, cosiddetto “giallo-verde”. In questa legislatura la Lega vide sì portare avanti alcune sue battaglie, come i Decreti Sicurezza, ma dovette anche votare alcuni provvedimenti non proprio cari al suo elettorato, come il Reddito di Cittadinanza. La situazione si aggravò ulteriormente con il Governo Draghi, che vide la Lega al potere insieme al nemico storico per eccellenza, il Partito Democratico, e a gestire una situazione molto complicata, quella economica-sanitaria, in cui la Lega si è dovuta adeguare a scelte quantomeno discutibili, causando malumori nel proprio elettorato.

In tutta questa confusione, l’unica Leader a mantenere una certa coerenza fu proprio Giorgia Meloni che, infatti, complice i duri attacchi non solo ai partiti di altri schieramenti, ma anche a frecciatine ai propri alleati, vide i propri consensi crescere, a scapito di Lega e di Forza Italia. In seguito, infine, ad una campagna elettorale segnata da duri attacchi e numerose promesse su lealtà e coerenza, la Meloni fece l’exploit vincendo clamorosamente le elezioni politiche del 2022, in seguito alla caduta del Governo Draghi.

A distanza di alcune settimane dal suo insediamento, Giorgia Meloni sembra però cambiata: i bruschi rapporti con Francia e Germania sembrano ormai essersi convertiti in relazioni diplomatiche volte ad una stabilità politica in chiave estera. Pagherà questa strategia di Giorgia Meloni? Ai posteri l’ardua sentenza. Anche se i primi sondaggi post-elezioni sembrano premiare Fratelli d’Italia, che ormai ha sfondato quota 30%.

Pubblicato da ilcaporedattoreit

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